1955

Come nasce un maestro

La maestria di Naldo Busato è una questione di famiglia: sin da bambino visita i cantieri assieme al padre, Felicetto “mani d’oro”, muratore restauratore vicentino.
Accompagnandolo al lavoro, a 9 anni visita villa Porto, a Dueville, che all’epoca necessitava di un restauro di intonaco e affreschi. È così che ha luogo il suo primo incontro con il Palladio. Le ville palladiane sono un elemento familiare del paesaggio vicentino. Sembrano emergere qua e là dalla campagna, come un retaggio di un passato di splendore, sbiadite dal peso dei secoli e allo stesso tempo ancora piene di sfarzo e soprattutto depositarie di una maestria antica. L’incontro con un’architettura e una tecnica così maestose colpisce profondamente Naldo, anche se è solo un bambino. A 11 anni, infine, a Natale riceve un regalo speciale: un enorme sacco di iuta con gli attrezzi da lavoro del restauratore: cazzuole, cazzuolini, frattazzi in legno… Il suo destino è segnato, nasce una passione che si trasformerà in un lavoro.

1970

Un apprendistato d’altri tempi

Naldo muove i primi passi nel mondo del restauro guidato dagli insegnamenti del padre: i maestri artigiani tradizionalmente tramandavano l’attività e le conoscenze proprio in questo modo, di padre in figlio. Al suo fianco inizia a lavorare nei cantieri: ville, chiese…
Impara a impastare la malta con la marra, a preparare una buca di calce aerea, la tecnica dell’affresco e dello spolvero. È un vero e proprio apprendistato d’altri tempi, il suo compito è imparare dal suo maestro tutto quello che ha da insegnare. Proprio questa spinta a cercare e assorbire fino in fondo tecniche e modi che stanno morendo (soppiantati dal nuovo modo di fare edilizia del boom economico) caratterizzerà da qui in avanti tutto il percorso di Naldo Busato.
Un giorno un artigiano specializzato in marmorini, ma senza figli a cui trasmettere il mestiere, chiede a Felicetto “un figlio in prestito” per prenderlo a bottega, e tra i fratelli Busato viene scelto Naldo. “Dammi il più appassionato, affinché io possa insegnargli tutto quello che so e continuare così la mia storia”. E il più appassionato, ovviamente, è proprio Naldo: cambia maestro e bottega, pronto a imparare ancora, a perfezionare ulteriormente la sua tecnica.

Quando l’apprendista diventa maestro?

Il momento in cui Naldo Busato viene messo alla prova, in cui capisce che per il momento ha imparato tutto quello che c’era da sapere, arriva quando ha 15 anni. Sta lavorando al restauro di una chiesa. L’affrescatore chiamato a realizzare i dipinti ha bisogno di qualcuno che stenda il fondo sui cui poi dipingerà e tra tutti i muratori dell’impresa sceglie Naldo: è figlio di un maestro, dovrebbe essere una garanzia… basterà? No, viene ugualmente messo alla prova: prima un’interrogazione sui materiali e sulle tecniche che conosce, poi si passa alla pratica, con un una prova di applicazione. Supera brillantemente l’esame (attirandosi anche l’invidia dei colleghi superiori per anzianità, ma non per tecnica) e gli viene affidato il compito di preparare il fondo per l’affresco, i segni col chiodo e gli spolveri del disegno, fino ad arrivare a dipingere il cielo e i mantelli su cui poi si innestava il lavoro del pittore.

1980

L’eredità dei maestri veneziani

L’intonaco storico: una competenza preziosa

Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 Naldo Busato, grazie al suo talento, inizia a collaborare con i cantieri di Venezia, dove era in atto un vero e proprio boom di restauri. È un successo dal punto di vista professionale: nel 1980 fonda MGN e ha l’occasione unica e straordinaria di imparare direttamente dagli ultimi maestri veneziani le antiche tecniche applicative tradizionali venete.
MGN nasce dall’esigenza di ricreare intonaci a calce naturale per il restauro degli edifici storici e distribuirli in forma di premiscelato: sarà la prima ditta in Italia a fornire materiali personalizzati su misura riutilizzando le materie prime originali. Tuttavia ad attenderlo a Venezia Naldo trova anche l’immensa esperienza degli ultimi veri maestri del posto, capacità tecniche immense che erano sul punto di essere perse. Molti di loro, non avendo nessuno a cui trasmettere il mestiere (un riflesso del cambiamento sociale: i figli, anziché seguire le orme della professione paterna, spesso prendevano altre vie), cercavano disperatamente qualcuno a cui insegnarlo, per non far morire il loro lavoro e la loro conoscenza. L’apice professionale del maestro artigiano non si raggiunge solo attraverso la realizzazione personale, ma anche mandando avanti il proprio sapere, lasciando degli allievi: gli ultimi maestri veneziani trovarono in Naldo un erede, e la sua competenza si arricchisce anche delle loro tecniche applicative.

1985

da Venezia agli antichi Romani…
riscoprire per innovare

L’esigenza di materiali nuovi e più performanti cresce. Naldo Busato intraprende vari progetti di ricerca assieme alla Soprintendenza, al Politecnico di Milano e a un ricercatore di Napoli: dallo studio delle malte romane riesce a creare finalmente un risanante in grado di durare davvero a lungo e di resistere alle difficili condizioni veneziane. L’esperienza veneziana porta a collaborare direttamente con la Soprintendenza e il suo laboratorio: alla base del restauro antico oggi c’è anche la scienza, e Naldo Busato accoglie con entusiasmo questa nuova possibilità. La sua ricerca sul risanamento per deumidificare le murature parte proprio da Venezia e dalle esigenze locali. Da una collaborazione con il Politecnico di Milano inizia una ricerca sulle malte romane, studiate direttamente in cantiere dai ricercatori. Tramite prove sui materiali, in laboratorio vengono portati avanti numerosi tentativi per riprodurle. Il primo importante passo avanti, tuttavia, arriva nel 1985: un ricercatore di Napoli, profondo conoscitore delle pozzolane, gli spiega a livello tecnico-scientifico i comportamenti delle malte romane, illustrandoli direttamente sugli edifici durante una visita a Pompei. È sulla base di queste conoscenze che Naldo riuscirà a creare un risanante in grado di durare a lungo. A Venezia molti cantieri realizzati in quegli anni sono ancora intatti: dove il prodotto è stato applicato a regola d’arte, può durare fino a 80 anni.

1988

Un nuovo incontro
con Andrea palladio

Quando Naldo Busato si trova di nuovo ad affrontare le realizzazioni di Andrea Palladio, le cose sono molto cambiate rispetto a molti anni prima: ora è lui a lavorare in cantiere, forte di un’esperienza di anni e del supporto delle moderne tecniche di analisi dei materiali… nel giro di poco tempo si trova a restaurare numerose ville,
riproducendone i materiali. Dal rigore della ricostruzione storica nascono prodotti come Nigra Padoana, uno degli intonaci usati dal Palladio, tutt’ora in catalogo.

1990

Negli anni ’90, da Venezia all’Italia il passo è breve: Bari, Napoli… Seguendo i suoi prodotti dalla creazione all’applicazione Naldo Busato si confronta ogni volta con i vecchi maestri del posto, ampliando ulteriormente le sue conoscenze. Il frutto di questo percorso è un enorme  bagaglio tecnico applicativo, un sapere antico che oggi è condensato nell’eccellenza dei prodotti MGN.

2003

Il laboratorio,
il futuro è arrivato

Nel 2003 nasce il laboratorio MGN, interamente dedicato alle analisi sui materiali e sulle formule e accreditato con Accredia. È fortemente voluto dal maestro Busato: dopo essersi appoggiato negli anni veneziani a laboratori esterni e a quello della Soprintendenza, sa bene quanto sia importante testare un prodotto in ogni condizione. È un passo verso il futuro, dettato dall’imprescindibile esigenza di avere materiali migliori, durevoli e sostenibili.

2020

65 ANNI,
Naldo Busato